La pizza rossa in teglia, per me, è ammantata di quell’aura magica che notoriamente si portano dietro i ricordi d’infanzia. Avrete fatto caso anche voi che certi cibi hanno un potere evocativo fortissimo. Nella fattispecie, i sapori che ci riportano a quando eravamo bambini, sono sempre i più buoni del mondo. Non importa quanto il nostro gusto possa essersi diversificato e raffinato, i cibi che mangiavamo da piccoli restano i migliori.
Ricordo, appunto, una me stessa bambina, non piccolissima, poco meno che adolescente, che mangiava, con enorme soddisfazione, un pezzettone bisunto di pizza rossa della panetteria il sabato a colazione. Sì, perché mia mamma mi portava al forno del viale centrale il sabato mattina per fare colazione con quella che qui in Piemonte si chiama “pizza rossa”. Per distinguerla dalla “pizza bianca”, che, con giustificato orrore da parte dei vicini Liguri, è il nome che noi barbari Piemontesi diamo alla focaccia.
In ogni caso, diatribe linguistiche a parte, la pizza rossa ha da essere unta e croccante sotto, spugnosetta all’interno e strabordante sugo di pomodoro in superficie. Non si tollerano basi pallide a mollicce né, meno che mai, superfici appena sporcate con dosi stitiche di salsa di pomodoro. Se no, non la chiami pizza rossa. E soprattutto, non godi come dovresti. Allora, dai, abbandonate i vostri propositi dietetici e seguitemi nella preparazione casalinga della peccaminosa pizza rossa.
RIcetta
8 persone
30 minuti + lievitazione
20 minuti
Ingredienti
200 g di farina 0
200 g di semola rimacinata di grano duro
80 g di li.co.li. (lievito madre in coltura liquida) rinfrescato e attivo
290 g di acqua
un cucchiaino di sale
un cucchiaino di malto d’orzo
20 g di olio extravergine di oliva + altro per la teglia
400 g di pomodori pelati (una lattina)
sale
origano
uno spicchio d’aglio
Preparazione
- Versa 270 grammi di acqua nella ciotola della planetaria o in quella in cui impasterai a mano.
- Con l’aiuto di una frusta a mano, sciogli nell’acqua prima il cucchiaino di malto e poi il lievito madre in coltura liquida.
- Unisci la farina e la semola e inizia a impastare.
- Quando l’impasto inizierà a compattarsi, aggiungi anche il sale, insieme all’acqua tenuta da parte (20 grammi) e impasta ancora.
- Per ultimo, inserisci l’olio e impasta finché sarà completamente amalgamato.
- Una volta ottenuto un impasto omogeneo (trattandosi di pizza in teglia non è necessario che sia perfettamente incordato), fai due o tre giri di pieghe in ciotola.
- Ribaltalo sul piano di lavoro leggermente unto, fai una piega a tre e dai forma tonda all’impasto.
- Mettilo in una ciotola ben coperta a lievitare fino al raddoppio. Io l’ho messo nella parte bassa del frigo per circa 20 ore, poi, il giorno successivo l’ho lasciato acclimatare per un’ora prima di procedere.
- Nel frattempo, schiaccia i pelati con una forchette e mettili in un pentolino, insieme alla loro salsa di conservazione, uno spicchio d’aglio intero, un pizzico di sale e uno d’origano. Cuoci la salsa a fuoco basso per circa mezz’ora.
- Una volta raggiunto il raddoppio di volume, allarga l’impasto sul piano ben cosparso di farina di semola, delicatamente, utilizzando i polpastrelli.
- Ungi generosamente una teglia da forno rettangolare di 26 X 37 cm di lato e adagiavi l’impasto, aspetta 10 minuti, in modo che si “rilassi”, e poi finisci di stenderlo.
- Condisci la pizza con la salsa, che si sarà raffreddata, un altro giro di olio extravergine e uno di origano.
- Inforna la pizza in forno già caldo a 220° e cuocila per venti minuti, tenendo presente che ogni forno è diverso dall’altro e il tempo di cottura è soltanto indicativo.
La salsa di pomodoro sulla pizza rossa in teglia
Ho visto che spesso le persone tendono a condire la pizza rossa con la passata di pomodoro cruda, magari in quantità non abbondante. Anche questa è un’opzione, ma dovete sapere che, da quando convivo col daddy, campano di nascita, la faccenda della salsa è diventata una cosa seria. E la salsa cruda è il Male. Se voi avete un rapporto più rilassato col sugo di pomodoro, potrete sicuramente permettervi di scegliere.
Siccome la pizza rossa è buonissima anche fredda (anzi, secondo me andrebbe consumata esclusivamente fredda), si tratta di un’ottima idea, genuina e sfiziosa, per la merenda dei bambini, a scuola, a casa, al parco, insomma dove volete, purché pizza rossa sia.
Se vi interessano altre possibilità per le merende salate dei vostri bimbi, qui sul blog trovate anche, tra le altre, la focaccia con i semi misti e quella alla zucca e rosmarino.
La ricetta per Il Granaio
La semplicissima pizza rossa in teglia, che tanto mi riporta ai miei anni di bambina, è la mia proposta per la rubrica Il Granaio – Baking Time. Ogni primo e terzo giovedì del mese, cinque blogger riempiono la golosa vetrina di una panetteria virtuale con lievitati dolci e salati, torte da credenza e torte salate. Vi invito a farci un giro, cliccando sul logo qui sotto, per essere portati direttamente nella relativa pagina Facebook. In alternativa, ci trovate anche su Instagram (qui: @ilgranaioteam). Di seguito, invece, trovate l’elenco delle deliziose ricette di oggi, ognuna dettagliatamente spiegata nelle pagine dei nostri blog.
da Carla: ciabatta con semola di grano duro
da Federica: Schiacciata dolce settembrina all’uva
da Sabrina: Muffin con farina di riso, gocce fondenti e ananas
da Simona: Plum cake di mais glassato con carote e nocciole
Anche a me succede spesso che una ricetta evochi ricordi passati di quando ero piccola, anche mia nonna la preparava ed io mi fiondavo famelica mente a morderla! Ha un aspetto davvero delizioso complimenti 👍🏻👏🏼😋
Grazie davvero, Federica, e viva le nonne sempre 🙂
Sai che questa è la pizza preferita dello gnomolo? E’ la merenda che prediligie quando ci troviamo fuori casa, e la tua è davvero favolosa!
Grazie Sabrina! In effetti è una super-merenda 😉
Quanto mi piace, semplicemente deliziosa!!!!
Grazie mille!
Vedi che siamo proprio strani! come cambia il modo di chiamare le cose anche da un paese all’altro anche della stessa provincia, da noi si chiama sì pizza rossa perché si distingue dalle altre farcite con mozzarella o farciture varie, ma mai chiamato pizza bianca la focaccia, i miei clienti l’hanno sempre chiamata focaccia (io anche), cioè io negli anni in cui ho venduto pane & c. (circa una decina) qualcuno me l’ha chiesta come pizza bianca, ma non erano piemontesi. Comunque la focaccia chiamala come ti pare ma la pizza rossa a me fa impazzire quando aspettavo Marco ne ho mangiati quintali, preso 6 kg al terzo mese a mangiare pizza rossa per dire…😂
A me l’ha detto un Ligure, piuttosto scocciato, che tutti i Torinesi che andavano in n vacanza lì (a Loano) facevano ‘sta bestialità di chiamare la focaccia “pizza bianca”. In effetti anche io l’ho chiamata così a lungo, confesso! A presto.
Anche a Roma la pizza bianca è la focaccia , la pizza invece è pizza e basta, comunque sia purché siano ben lievitate anche se sono ligure, mangio tutto! Ciao Zeudi sono tornata 🙂
Ciao Carla, bentornata e grazie 🙂