Involtini di verza con carne

Tecnicamente è ancora inverno, perciò gli involtini di verza si possono considerare di stagione. In realtà, in questi ultimi giorni, il tempo è piuttosto altalenante, almeno qui a Torino. Abbiamo giornate assolate, in cui vien quasi voglia di uscire in maniche di camicia. E poi arrivano serate frizzantine, con un’aria gelida che ti entra nelle ossa.

E’ stato proprio durante una di queste serate fredde che, dopo il mio ennesimo “brrr”, mia figlia mi ha illuminato dall’alto dei suoi nove anni. “Mamma, a me, però, piacciono tutte le stagioni. Perché quando fa freddo puoi bere una cioccolata calda e metterti sotto la copertina a guardare un film. In inverno c’è l’atmosfera giusta”. Non avrei saputo dirlo meglio. Mi ha ricordato che non c’è proprio niente di male a voler godere fino in fondo degli ultimi scampoli d’inverno.

Allora accendo il forno e mi metto comoda sul divano, copertina e gatto sulle ginocchia, mentre aspetto che sia pronto. E mi lascio coccolare da un ottimo bicchiere di Barbera frizzante Fiocco di Vite. Così, senza fretta, che tanto poi la primavera arriva lo stesso.

gli involtini di verza con carne

RIcetta

Per

12 involtini

Preparazione

30 minuti

Cottura

40 minuti

Ingredienti

  • 12 foglie di verza

  • 300 g di macinato misto

  • un uovo

  • 20 g di parmigiano grattugiato

  • 200 g di patate

  • prezzemolo

  • sale e pepe q.b.

  • un filo d’olio extravergine di oliva

Preparazione

  • Pela e metti a bollire le patate, eventualmente anche a pezzetti per fare un po’ prima, finché diventano tenere.
  • Lessa le foglie di verza, due o tre per volta, in una pentola con acqua leggermente salata per tre minuti.
  • Scolale e mettile ad asciugare su carta assorbente. Se la costa centrale dovesse risultare ancora molto dura, elimina la parte finale con un coltello.
  • Prepara il ripieno: unisci, in una ciotola, la carne tritata, le patate lesse schiacciate, l’uovo, il parmigiano, un po’ di prezzemolo tritato, un po’ di sale e un po’ di pepe se lo gradisci.
  • Mescola molto bene con la forchetta per rendere il composto omogeneo.
  • Forma delle polpettine un po’ allungate, poggiale sulle foglie di verza e arrotola per formare gli involtini.
  • Adagiali man mano in una teglia da forno, che avrai unto con un filo d’olio, vicini uno all’altro, in modo che non si aprano.
  • Se vuoi, completa con un altro filo d’olio in superficie e inforna a 180° per 35 – 40 minuti. Servili caldi o tiepidi.

Qualche considerazione sugli involtini di verza

Gli involtini di verza sono molto diffusi un po’ in tutto il Nord Italia. Qui in Piemonte, per esempio, si chiamano “pes coj” (pesce cavolo) o “capunet” e appartengono alla tradizione della cucina povera. Venivano, infatti, preparati per dare nuovo lustro alla carne già cotta avanzata. Allora come oggi, guai a sprecare qualcosa in cucina.

Dunque, se avete della carne avanzata, potete utilizzare quella per il ripieno di questi involtini. Se, invece, li volete rendere ancora più saporiti, potete arricchirli con un po’ di salsiccia o del formaggio filante, tanto per fare degli esempi. Ma gli involtini di verza si possono veramente declinare in mille modi. Con il riso, con le patate, con il pane raffermo, con le verdure. Insomma, le saporite foglie di verza possono avvolgere tutto quello che vi piace. E, se non bastasse, potete anche decidere di cuocerli in padella, con il coperchio a fuoco basso, anziché nel forno.

 

la verza

Se vi piace la verza, qui sul blog trovate anche la ricetta della verza stufata al cumino.

2 commenti

  1. Gli involtini di verza li ho scoperti da poco e sono diventati già un must delle nostre cene invernali! Ti confesso che l’altra settimana ho acquistato l’ultima verza della stagione ed ha fatto proprio questa (degna) fine. Qui è già primavera e dal fruttivendolo troneggiano agretti, asparagi e timide primizie.
    ..ma io nemmeno a 40°C disdegnerei un piatto come questo 😛

    • Ciao Consuelo! Qui in Piemonte sono un piatto tipico, quindi io li mangiavo già dall’infanzia. Grazie mille per essere passata.

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