Nel mio sangue scorre sangue veneto, ebbene sì. Eppure devo dire, con un certo rammarico, che non ho una ricetta di famiglia per le famose frittelle di Carnevale veneziane, altrimenti dette “fritole” o “fritoe”. Forse perché mia nonna Maria non era originaria della sontuosa Venezia, ma della poverissima provincia di Rovigo. Emigrata dopo la guerra, come tanti, nel Piemonte industriale per lavorare come operaia. Anche lei, comunque, faceva le frittelle a Carnevale, eh, sia ben chiaro. E che frittelle! Ancora oggi mi viene l’acquolina, se ci penso. Ne faceva di due tipi. Un tipo, un po’ più scuro, senza uova e con farina di castagne (di cui trovate qui la ricetta) e un altro tipo, chiaro, con le uova.
Entrambi, però, contemplavano l’uso del lievito istantaneo, quello per i dolci. Le fritole, al contrario, necessitano di lievitazione. Per il resto somigliano moltissimo alle frittelle chiare della mia nonna. Non avendo, dunque, una ricetta specifica a cui fare riferimento, ho tenuto d’occhio sia questa che questa ricetta, comunque molto simili tra loro.

RIcetta
4 persone
10 minuti + lievitazione
10 minuti
Ingredienti
250 g di farina
135 g di latte intero
20 g di burro
30 g di zucchero
un uovo
2 g di lievito di birra secco
scorza di mezzo limone
2 cucchiai di rum
80 g di uvetta
olio per friggere
zucchero semolato o a velo per completare
Preparazione
- Per prima cosa, metti l’uvetta a mollo in acqua tiepida.
- In una ciotola capiente, mescola tre cucchiai di farina presi dal totale con il lievito.
- Versa anche il latte e mescola con una frusta a mano per eliminare tutti i grumi, ottenendo una pastella liscia.
- Copri bene e fai riposare al caldo (ad esempio nel forno spento con la lucina accesa) per un’ora e mezza. La pastella deve riempirsi di bollicine.
- Trascorso il tempo indicato, riprendi la ciotola e unisci, nell’ordine, l’uovo leggermente sbattuto, il resto della farina, lo zucchero, la scorza di limone, il rum e, per ultima l’uvetta strizzata.
- Lavora, dopo aver inserito ogni ingrediente, con lo sbattitore elettrico con le fruste a spirale fino ad avere un impasto omogeneo piuttosto appiccicoso.
- Copri e fai di nuovo lievitare fino al raddoppio, circa due ore e mezzo.
- Scalda bene l’olio per friggere in una pentola dai bordi alti e fai cadere nell’olio bollente l’impasto a cucchiaini.
- Friggi le fritole quattro o cinque per volta per un minuto o due, finché saranno belle gonfie e colorite.
- Sollevale con la schiumarola e adagiale su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso.
- Continua in questo modo fino a esaurire l’impasto.
- Se hai scelto di usare lo zucchero semolato, fai rotolare le frittele nello zucchero finché sono ancora calde, altrimenti spolverale con lo zucchero a velo.
Le frittelle di Carnevale veneziane sono una cosa seria
Le fritole sono una cosa seria. Se ne trova traccia già in testi del ‘300, pensate un po’. Nel ‘600 viene addirittura fondata l’Associazione dei Fritoleri, una sorta di corporazione costituita da ben 70 artigiani. Ognuno di loro esercitava in una zona precisa di Venezia, in un baracchino di legno. Impastavano su grandi tavoloni, friggevano in enormi padelle sistemate su tripodi, e lasciavano cadere lo zucchero sulle frittelle con gesti plateali, che attiravano l’attenzione i passanti. Le fritole venivano poi vendute infilzate in uno spiedo, in modo da poter essere mangiate per strada senza sporcare le mani. Il mestiere di fritolero veniva tramandato di padre in figlio e, di generazione in generazione, queste deliziose frittelle sono arrivate fino a noi.
Oggi le frittelle si declinano in mille modi differenti, ma la frittella (“ea fritoa”) per eccellenza resta lei, semplicissima, di pasta lievitata, con l’uvetta dentro e lo zucchero intorno. Alcuni la arricchiscono anche con pinoli e canditi, ma io ho preferito evitare, perché mia figlia non ama né gli uni né gli altri.
Lievitate gente, lievitate.
Naturalmente, la ricetta originale richiede lievito di birra fresco, ma io non l’avevo. Avevo, invece, una bustina di lievito di birra liofilizzato, un po’ “stagionato” per la verità. Quasi sempre utilizzo il li.co.li., ma noto che spesso le persone mi chiedono come possono sostituirlo. Anche se io mi trovo molto bene, mi rendo conto che molte signore non ce l’hanno e non hanno tempo e voglia di utilizzarlo. (A questo proposito, lasciatemi dire che è più che altro una questione di abitudine, non è così impossibile gestirlo). Così, ho deciso che ogni tanto pubblicherò qualche lievitato con lieviti più “snelli”, diciamo. Sperando, in questo modo, di far cosa gradita.

E, dunque, visto che siamo nel periodo del Carnevale, ho deciso di proporre un buon dolce fritto come questo per il secondo appuntamento di Febbraio con la rubrica Il Granaio, che vi invito a seguire su Facebook, Instagram e Pinterest. Ogni primo e terzo giovedì del mese, verrete deliziati con ottimi lievitati, dolci e salati, torte da credenza, torte salate e prodotti da forno vari. Dopo il logo, qui sotto, per esempio, trovate le bontà che hanno preparato le mie compagne di rubrica, una meglio dell’altra.

da Federica: Castagnole alla ricotta e arance (Ricetta al forno)
da Sabrina: Torta alla panna montata nell’impasto, senza burro e senza olio (ricetta dairy free)
da Simona: Focaccia genovese alle mele (con prescinsêua)
Ma sono assolutamente golosissime queste frittelle 👏🏼😋 quante belle ricette delle tradizioni regionali che abbiamo nel nostro territorio italiano, grazie per la ricetta. Salvo 📝
Uno splendido risultato Zeudi, la nonna non avrebbe niente da rimproverare! Un bacione a presto 🙂
Hanno un aspetto così delizioso ed invitante! Io le assaggerei volentieri in ogni variante! E poi si, evviva il fritto! Una volta tanto, ce lo possiamo anche concedere!
Ho potuto assaggiarle decine d’anni fa in Veneto. Me le ricordo untissime e golosissime (naturalmente 😂), anche queste voglio farle ogni volta che le vedo e poi come al solito resisto ☹️ mi viene l’acquolina … brava le hai fatte proprio perfette
Che bontà! Hanno un aspetto delizioso 🙂
Buon fine settimana
GRazie mille!