un primo piano del budino cacao e amaretti, detto bonet

BONET

Avevo in frigo del latte in scadenza e un pacchetto di amaretti che da troppo tempo mi guardavano languidi e imploranti ogni volta che aprivo la dispensa, quando capita questa congiuntura non si sfugge, è tempo di bonet (si legge bunèt). Il bonet è un dolce tipico della tradizione piemontese, una specie di budino, tanto semplice da fare quanto buono da mangiare, che deve il suo nome alla forma in cui veniva cotto, che ricordava quella di un cappello, bunèt, appunto, nel dialetto piemontese. Altri sostengono, invece, che si chiami così perché arrivava alla fine del pasto, come ultima cosa, come per ultimo si indossa il cappello prima di uscire. Chissà. L’unica cosa certa, come dicevo, è che è d’una semplicità disarmante e d’una bontà inebriante, come solo i dolci tradizionali sanno essere.

il bonet, dolce tipico piemonteseIngredienti per 8 persone:

4 uova

500 ml di latte

120 grammi di zucchero

50 grammi di amaretti

20 grammi di cacao amaro

30 ml di Abricot Bernard o rum (facoltativo)

 

 

 

 

 

 

Preparazione:

  • Prelevate 50 grammi di zucchero dal totale e metteteli in un pentolino con un goccio d’acqua a fuoco basso finché non si forma il caramello. Ricordatevi di non girare mai col cucchiaio, altrimenti non viene, dicono (e io ci credo).
  • Nel frattempo, battete leggermente le uova con il restante zucchero e poi unite il cacao setacciato, gli amaretti sbriciolati con le mani, il liquore ed infine il latte, amalgamando bene con la frusta a mano.
  • Versate in ogni stampino un cucchiaino di caramello (o tutto il caramello, se utilizzate uno stampo unico) e riempiteli poi con il vostro composto di uova e latte.
  • Cuocete in forno caldo a bagnomaria a 180° per 50 minuti, un po’ di più se avete scelto lo stampo unico.
  • Fate raffreddare molto bene prima a temperatura ambiente e poi in frigorifero, sformate e, se volete, decorate con altri amaretti sbriciolati o interi. Voilà.

un primo piano del bonet

Io questa volta non avevo in casa il più classico rum e ho scelto, invece, di utlizzare l’Abricot, che, essendo preparato con noccioli  di albicocca biologica in infusione, si adattava più che armoniosamente al sapore del bonet, ma il liquore, se non piace, si può anche omettere, non tutti lo usano, infatti, e il risultato non è per questo meno buono.

il bonet

Come spesso accade con le ricette regionali, se ne trovano infinite varianti, perciò non me ne vogliate se la vostra ricetta differisce dalla mia, questo è soltanto il bonet che preparo io da sempre e che ogni volta mi stupisce per la sua semplice squisitezza.

un primo piano del budino cacao e amaretti, detto bonet

 

il bonet con cacao e amaretti

Come sempre, sarei molto lieta di leggere i vostri commenti, le vostre opinioni, le critiche, i dubbi, le domande, i suggerimenti e tutto quello che vi va di condividere.

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4 commenti

  1. Buona la prima! 🙂 infatti si usava cuocerlo in uno stampo a ciambella di rame o ferro, rigorosamente in forno a legna. O questo per lo meno, è quello che ho appreso da mia nonna. Poi, in epoca moderna, ristoranti e pizzeria lo servono a fette, a forma di mattonella, ma è sbagliato.
    Complimenti, bravissima è davvero meraviglioso! Non lo faccio da tanto, che voglia mi è venuta… gnam!

    • Grazie, Simona, in effetti anche io conoscevo piuttosto la prima versione, ma pare che circoli anche la seconda. Grazie ancora per essere passata e buona giornata!

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