La ricetta che vi presento oggi è una mia versione di un piatto tipico della tradizione contadina di Siano, in provincia di Salerno, la “pizza e mallone”, che mi hanno fatto conoscere il mio compagno e la sua famiglia, originari di quella terra. Ogni tanto il papi mi chiede, giustamente, di preparargli pietanze tipiche della sua regione e io, pur con qualche reverenziale timore, sono ben lieta di accontentarlo, perché sono veramente molto curiosa, soprattutto a tavola e, di conseguenza, in cucina.
Ingredienti per due persone:
125 grammi di farina di mais bianco
500 ml di acqua
un pizzico di semi di finocchio
700 grammi di cicoria selvatica (foglie di tarassaco)
una patata media lessata
mezzo spicchio d’aglio
un piccolo peperoncino
olio extravergine di oliva qb
Preparazione:
- Ho pulito e sciacquato più volte le foglie di tarassaco, finché l’acqua non è risultata completamente priva di tracce di terra. Al primo passaggio in acqua, ho aggiunto anche un cucchiaio di bicarbonato, per maggior tranquillità.
- Le ho sbollentate in acqua leggermente salata per dieci minuti scarsi, le ho scolate, lasciate intiepidire e strizzate con le mani per drenare l’acqua.
- Le ho poi ripassate in padella con un filo d’olio extravergine, mezzo spicchio d’aglio, un peperoncino e una patata lessa a tocchetti, lasciandole insaporire per bene. A questo punto, la mia interpretazione del “mallone” è pronta.
- Ho portato a bollore mezzo litro d’acqua, poi l’ho salata, ho aggiunto un filo d’olio, i semini si finocchio e ho versato a pioggia la farina di mais, mescolando con la frusta.
- Ho trasferito la polenta in una ciotola apposita e l’ho cotta nel microonde… Scandalo! Non crocifiggetemi, si risparmia un sacco di tempo… Alla massima potenza per cinque minuti, poi l’ho estratta, mescolata e infilata nel moderno elettrodomestico per altri cinque minuti e ho ripetuto la medesima operazione un’altra volta. In quindici minuti si ottiene una polenta ben cotta, a me pare un compromesso accettabile tra quella precotta e l’idea di rimestare per un’ora nel paiolo, ma nessuno vieta di farla così, anzi, sarebbe ancor meglio.
- Ho steso la mia polentina in una padella unta d’olio e l’ho lasciata friggere circa cinque minuti per lato. L’ho servita accompagnata dalla cicoria selvatica ripassata in padella, entrambe ben calde.
Io ho adoperato una farina di mais bianco integrale, che mi hanno gentilissimamente fornito le “zie”, portandomela direttamente dal paese, ma, in mancanza, si può utilizzare anche la farina di mais bianco che si trova comunemente al supermercato.
Chiedendo informazioni al mio compagno rispetto a questo piatto ho ottenuto quanto segue: “Ah boh, io lo mangiavo soltanto”. Per fortuna ha delle sorelle molto più disponibili e informate di lui, che mi hanno spiegato che il famoso “mallone” era un misto di erbe selvatiche che il loro papà conosceva e coglieva nei campi, verdissimi e numerosi intorno al paesino. Io mi sono dovuta accontentare della cicoria selvatica che ho raccolto fuori città a Pasquetta, una delle pochissime erbe selvatiche che conosco, perché da bambina andavo per i prati a raccoglierla, sedere all’insù, con la mia nonna e con la mia mamma. Sono semplicemente le foglie del comune tarassaco, raccolte quando sono ancora piccole e prima che fiorisca il loro bel fiore giallo. Volendo, si possono utilizzare, per preparare il “mallone”, anche le foglie più esterne e più grandi delle cime di rapa, che vanno lessate prima e ripassate in padella poi. In questo modo, diventa anche una ricetta per riciclare quelle parti delle cime di rapa che normalmente non si utilizzano.
Spero di non aver offeso nessun campano, ho fatto del mio meglio, con i mezzi, le informazioni e gli ingredienti di cui disponevo, per replicare un piatto che appartiene a una tradizione diversa dalla mia, ma che apprezzo molto e sento nelle mie corde, trattandosi di una pietanza semplice, rustica, sana, completamente vegetale, proprio come quelle che più mi piacciono.
Come sempre, leggerei molto volentieri i vostri commenti, le vostre opinioni, le domande, i dubbi, le critiche, i suggerimenti e tutto quello che vi va di condividere.
[sgmb id=”1″]
Buonooooo veramente ma per noi due visto che marito non le mangerebbe mai per me sola è uno spreco. Buona settimana.
Difficili da accontentare questi mariti, ti capisco! A presto.
Le tradizioni regionali sono importanti e nel tuo blog c’è sempre da imparare sei davvero una miniera di ricette molto interessanti complimenti!!!!
Grazie, Annalisa, sei troppo gentile, poi finisce che mi monto la testa!
Un ottimo piatto rustico, quanto mi piace!!!
Grazie, Simona! A presto.
La pizza di farina di mais non la conoscevo, ma mi hai fatto venire voglia di provarla! Il tarassaco…anche io vado a raccoglierlo in campagna, e mi piace tantissimo, forse perchè, come a te, mi ricorda l’infanzia. Brava Zeudi, come sempre!
Grazie Anna, scopro ogni giorno che il cibo è uno stupendo veicolo di ricordi.
Proverò questo piatto appetitoso e anche il tuo metodo di cuocere la polenta! Sicuro!
Grazie Paola, per me sarebbe un onore!
Un piatto davvero gustoso e ben equilibrato anche a livello nutrizionale! Non posso che approvare e vtarlo a pieni voti anche x la mia tavola 🙂 Buona serata <3
Grazie Consuelo, sono molto contenta che ti piaccia.
Anch’io ho ripassato in padella con l’aglio un bel po di tarasacco gentilmente regalato dalla nostra amica, che buono e sicuramente meglio con questa bella, rustica ricetta campana!!!
Baci
Grazie mille, Laura, anche a me piacciono molto le erbe spontanee.