PANE SEMINTEGRALE CON SEMI MISTI

 

Quanto mi piace fare il pane in casa, la lievitazione lenta, il profumo caldo che vien fuori dal forno, il sapore intenso e sempre diverso, ragazzi che lusso! Una volta che inizi a farlo, secondo me non lo molli più.

Questa volta ho usato una farina biologica semintegrale, tipo due e ci ho messo i semini che avevo in casa, di sesamo, di lino e di zucca. Naturalmente ho impiegato il mio fido lievito in coltura liquida, il mio prezioso Terzo, che ha ormai più di un anno, un giovanotto che mi dà tante soddisfazioni.

Ingredienti:

500 gr farina tipo 2 biologica

300 ml acqua

100 gr di lievito in coltura liquida rinfrescato due volte

Un cucchiaino di sale

Un cucchiaino di malto d’orzo

Una manciata di semi oleosi misti (ad esempio sesamo, lino, zucca)

  

Come sempre, è un processo un po’ lungo, ma per nulla complicato, il lavoro da fare è poco, il resto lo fa il tempo. Parto dall’impasto, avevo descritto il rinfresco del lievito qui.

Ho sciolto prima il cucchiaino d’orzo e poi il lievito nell’acqua e ho versato tutto nella ciotola con la farina. Ho iniziato a mescolare con un cucchiaio di legno e, solo in un secondo momento, ho aggiunto il sale.

 

Ho versato sulla spianatoia e ho impastato per bene, con le mani, per una buona decina di minuti. Ognuno fa come gli pare, ma a me, se mi levi il piacere di impastarlo a mano il pane, mi levi il piacere di farlo e basta. Lo preferisco imperfetto, ma fatto a mano sul serio.

Quando l’impasto ha iniziato a essere elastico, ho fatto la prima piega a tre, che ho cercato di illustrare con delle foto, è più facile farle che spiegarle.

   

 Ho lasciato la pallina riposare a temperatura ambiente sotto una ciotola rovesciata per mezz’ora e poi ho fatto la seconda piega a tre, con lo stesso procedimento. Un’altra mezz’ora e ho fatto la terza piega a tre. A questo punto, il pane è stato a temperatura ambiente per un’ora e la lievitazione dovrebbe essere partita, gli ho dato una forma a pallina e l’ho messo dentro un’insalatiera unta d’olio, l’ho tappata col coperchio e messo in frigo nello scomparto della verdura a lievitare per circa 24 ore.

L’ho tirata fuori il giorno dopo

L’ho lasciata a temperatura ambiente per un’ora e poi l’ho sgonfiata dandogli la forma a pagnotta tonda. Ogni volta che arrivo a questo passaggio un po’ mi piange il cuore, prendi sto impasto dopo un giorno intero, bello pieno d’aria e cosa fai? Lo manovri sgonfiandolo, facendolo tornare quasi al punto di partenza. Un po’ dispiace, eh, però pare che sia indispensabile.

Ho rotolato la pagnotta nei semini

e l’ho messa, con la chiusura in su, in un tovagliolo pulito cosparso di farina di semola e poi dentro una terrina.

Ho coperto la ciotola con della pellicola e lasciato a lievitare per tre ore a temperatura ambiente. Ho acceso il forno al massimo con dentro la leccarda e un pentolino d’acqua, lasciandolo scaldare per un quarto d’ora. Ho estratto la leccarda rovente, miracolosamente senza ustionarmi, l’ho capovolta e ci ho rovesciato sopra il pane, aiutandomi con lo strofinaccio. Ho infornato e ho cotto per dieci minuti a 220°, altri dieci minuti a 200°, quindici minuti a 180°, ho tolto il pentolino d’acqua e ho cotto altri dieci minuti con lo sportello del forno leggermente aperto, per un totale di quarantacinque minuti, ma la prossima volta lo lascio cinque minuti in più. L’ho lasciato in forno a raffreddare per un po’ e poi messo su una gratella a raffreddarsi del tutto

Buono buono buono, il giorno dopo ancora di più.

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