Alzi la mano chi non ama la focaccia. Nessuno, come fa a non piacerti la focaccia? Io personalmente la annovero tra i cibi preferiti, quando vado in Liguria, non manco mai di abbuffarmene come se non ci fosse un domani. E difficilmente me ne pento, nonostante la panzetta un po’ ne risenta. Questa volta l’ho voluta impastare con il siero di latte che mi era avanzato dalla preparazione del caprino, che non mi passava manco per la capa di buttare via, ovviamente. La focaccia ne ha guadagnato ulteriormente in morbidezza, ma, in mancanza, viene bene anche con l’acqua.
Ingredienti:
300 gr di farina tipo 1
100 gr di semola rimacinata di grano duro
310 ml di siero di latte (o acqua)
100 gr di li.co.li. attivo
20+20 ml di olio d’oliva
20 ml di olio extravergine di oliva
un cucchiaino di malto d’orzo
un cucchiaino e mezzo di sale
Preparazione:
- Per prima cosa ho rinfrescato il licoli: la sera, prima di andare a nanna, ne ho preso 20 grammi dal barattolo e l’ho mescolato con 20 grammi di farina manitoba biologica e 20 grammi di acqua della bottiglia. L’ho lasciato a temperatura ambiente fino alla mattina seguente e, alle otto, ho aggiunto altri 20 grammi di farina e 20 di acqua. Dopo circa quattro ore, era più che pronto per impastare, anzi, iniziava perfino a collassare un po’.
- A questo punto, ho mescolato al siero di latte, a temperatura ambiente, il malto e il lievito pronto e ho versato tutto dentro la terrina con le farine.
- Ho girato un po’ con il cucchiaio di legno e, solo in un secondo momento, ho aggiunto un cucchiaino scarso di sale. Lo sanno anche i muri che il lievito e il sale non si devono toccare, no? Ho lasciato riposare l’impasto per dieci minuti.
- Dopo dieci minuti, ho aggiunto 20 ml di olio di oliva e ho continuato a impastare nella ciotola, aiutandomi con una spatola. Ho fatto qualche piega in ciotola, prendendo lembi di impasto dai lati e ripiegandoli verso il lato opposto. Non ho insistito più di tanto, perché la focaccia non deve reggere la forma, in fin dei conti. Ho messo la ciotola, ben coperta, nella zona inferiore del frigo e lì è rimasta per circa dodici ore.
- La mattina, l’ho estratta dal frigo e l’ho lasciata altre tre ore a temperatura ambiente, finché l’impasto è quasi triplicato.
- L’ho rovesciato sulla spianatoia abbondantemente spolverata di semola e l’ho allargato con la punta delle dita, cercando di non pigiarlo troppo. Poi l’ho spostato nella teglia, che avevo foderato di carta forno e unto con un filo d’olio d’oliva. Devo ammettere che questo passaggio per me è ancora molto delicato, ho parecchie difficoltà a stendere e spostare l’impasto, infatti, come si vede dalla foto, non è proprio perfetto, ma confido che migliorerò con la pratica.
- Ho lasciato lievitare altre tre ore a temperatura ambiente, coperta con pellicola alimentare, poi ho fatto i buchi con le dita sulla superficie.
- Ho mescolato 40 ml di acqua con 20 ml di olio d’oliva e mezzo cucchiaino di sale, creando una sorta di emulsione, che ho versato sulla focaccia.
- Ho acceso il forno alla massima temperatura per venti minuti, con dentro un pentolino pieno d’acqua, poi ho inserito la focaccia, che ho cotto per dieci minuti col forno al massimo e per altri otto minuti a 220°.
- L’ho tirata fuori dal forno e l’ho pennellata con altri 20 ml di olio, questa volta extravergine, tanto per non farsi mancare nemmeno una caloria!
Come sempre, io impasto con il lievito in coltura liquida, perché ce l’ho e mi piace tanto usarlo, ma, se non doveste averlo a disposizione, tutte le ricette che lo prevedono si possono fare con il lievito di birra, fresco o secco che sia, utilizzando le proporzioni tra lievito e farina che usate normalmente, il lievito di birra non è il diavolo, funziona bene e velocizza il processo, che male non fa. Prima di creare il mio li.co.li., usavo il lievito di birra secco e le soddisfazioni erano tante lo stesso! Se dovesse servirvi, qui trovate anche un pratico convertitore di lieviti, che indica addirittura la quantità di acqua da aggiungere o togliere a seconda di quello che si usa. Per quanto riguarda i tempi di lievitazione, dipendono da moltissimi fattori, ma penso di non sbagliare se dico che l’impasto, a occhio, deve almeno raddoppiare prima di poter procedere… L’importante è impastare!
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La foto non lascia dubbi…..ti è venuta benissimo e l’aggiunta del siero di latte ha dato una marcia in più!!!
Baci
Ciao Laura, grazie! Ma sì, dai, stavolta mi è venuta almeno decente 😊
Decente? E’ perfetta! Lievitata meravigliosamente, dorata al punto giusto! Complimenti!
Un abbraccio Eleni
Grazie, Eleni, troppo gentile 😊
ogni tua ricetta è un trionfo, davvero complimenti <3
Uh, Anna, no, le mie sono ricette piccole piccole, però tu sei gentilissima, grazie!